Dafni e Cloe

Si era ormai in pieno autunno, e nell'imminenza della vendemmia ognuno era all'opera; chi apprestava i torchi, chi ripuliva le botti, chi intrecciava canestri; uno attendeva a preparare il falcetto per il taglio dei grappoli, un altro a predisporre una pietra idonea a schiacciare i succosi chicchi d'uva; un altro ancora ad approntare bacchette di vermena secca, privata della corteccia col sistema della battitura, in modo che, fattene fiaccole, potessero fare luce di notte durante il trasporto del mosto. Allora Dafni e Cloe, lasciando ad altri cura delle capre e delle pecore, partecipavano ai lavori e si rendevano utili dando una mano. Dafni trasportava i grappoli in canestri, e dopo averli gettati nei torchi, li pigiava con i piedi e quindi andava a versare il vino nelle botti; Cloe preparava da mangiare a coloro che vendemmiavano e mesceva loro vino vecchio; anche staccava i grappoli dai tralci bassi delle vigne.

[Longo Sofista, Dafni e Cloe, Mondadori, 1991, pag. 85]

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