Festa mobile

Quando tornammo a Parigi era freddo e sereno e bellissimo. La città si era adattata all'inverno, c'era buona legna in vendita nella bottega di legna e carbone dirimpetto alla nostra casa, e c'erano bracieri sulle terrasses di molti buoni caffè per poterci restare al caldo. Il nostro appartamento era caldo e accogliente. Bruciavamo boulets - ovuli di polvere di carbone - sul fuoco di legna, e sulle strade la luce invernale era molto bella. Ti eri abituato alla vista degli alberi nudi contro il cielo e camminavi sulla ghiaia appena lavata dei sentieri attraverso il giardino del Luxembourg nel vento chiaro e pungente. Quando finalmente li avessi accettati nella loro nuova realtà, gli alberi spogli ti sarebbero sembrati scultorei, e i venti invernali increspavano la superficie degli stagni e le fontane zampillavano nella luce vivida. [...]

[Ernest Hemingway, Festa mobile, Mondadori, 1979 pag. 67]

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