Lampi d'estate

«Sei andato a vedere l'Imperatrice, zio Clarence?»
«Eh? Oh, sì. Sì mia cara. Sono stato con lei tutto il pomeriggio.»
Gli occhi miti di Lord Emsworth brillavano sempre quando si nominava quel nobile animale, l'Imperatrice di Blandings. Il nono conte era un uomo di poche e semplici ambizioni.  Non aveva mai desiderato forgiare i destini dello Stato, dettarne le leggi e far discorsi alla Camera dei Lord che facessero saltare in piedi ad acclamarlo vescovo e pari. Tutto ciò cui aspirava, quale riconoscimento capace di farlo accogliere  nell'England' Hall of Fame, era riuscire a far vincere per il secondo anno consecutivo il primo premio, una medaglia d'argento, alla sua scrofa di razza, l'Imperatrice di Blandings appunto, alla Fiera Agricola dello Shropshire, categoria porcelli grassi. E ogni giorno se non si sbagliava di grosso gli sembrava che il premio baluginasse un pò più vicino a lui.

[Pelham Grenville Wodehouse, Lampi d'estate, TEADUE, 1989, pag. 23]

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